Francesco Cammarota

Sono un imprenditore del settore informatico, sposato e padre di due figli.  Lavoro in questo settore per tradizione familiare; mio padre Antonio era tra i soli tre distributori a livello nazionale per la Olivetti ed oggi ho un’azienda strutturata e solida anche per effetto della pluriennale esperienza personale e della mia famiglia.

Oltre ad essere imprenditore, marito e padre ho la passione per il collezionismo e per la maglia azzurra del Napoli essendo anche tifosissimo di questo club.

Il mio amore per il calcio nasce, come forse per tutti, da bambino quando con mio padre andavo allo stadio a vedere il Napoli e nel momento in cui al Napoli arrivò Diego Armando Maradona, anche se avevo solo dieci anni, la passione e l’amore divennero ancora più forti.

Ho sempre vissuto il calcio in maniera viscerale, tante le trasferte per vedere e tifare il Napoli fuori le mura amiche e tanti i viaggi organizzati anche per motivi diversi dal calcio ma in cui prenotavo solo combinazioni aeree che permettessero di vedere la partita. Su questo non si transige.

Tuttavia anche mia moglie l’ho conosciuta allo stadio.

Il mio approccio con il collezionismo arriva in un modo piuttosto singolare, diciamo che galeotto è stato il giornale Il Mattino di Napoli ed il calciatore Stefan Schwoch.

Verso la fine degli anni ’90, approfittando di una trasmissione che “Il Mattino” di Napoli organizzava alla radio sono riuscito a prendere la linea ed a parlare al telefono con Stefan Schwoch allora calciatore del Napoli.

Tra me e Stefan, che è diventato ed è un amico, si instaurò una specie di scommessa e precisamente: è tanto che un calciatore del Napoli non fa una tripletta se la fai ti regalo un personal computer anzi, te lo regalo anche se a fine campionato arrivi a 18 goal!

Stefan Schwoch accettò di buon grado, se avesse ricevuto il computer e vinto la sfida con il goal mi avrebbe regalato ed autografato la sua maglia.

Schwoch quell’anno arrivò a 22 goal contribuendo alla promozione in A del Napoli ed a quel punto contattai la redazione de “Il Mattino” per capire come fare per consegnare il computer promesso. Dopo qualche giorno arrivò la telefonata di Stefan Schwoch per organizzare l’incontro, ebbi la maglia firmata e Stefan il computer e da quel momento tra noi nacque una bella amicizia che ad oggi ancora esiste.

In quel periodo, oltre a quella ricevuta da Schwoch, già possedevo una maglia di Diego Armando Maradona regalata da mio Zio e proveniente direttamente da Giuseppe Giannini, allora capitano della Roma, che l’aveva scambiata in campo con Diego Maradona.

Tramite la fornitura di personal computer cominciai a conoscere anche altri calciatori del Napoli; oltre al caro Stefan Schwoch e precisamente Matuzalem, Asta, Bellucci, Edmundo tanto che l’allora responsabile della comunicazione Carletto Iuliano mi diceva, accusandomi, che era colpa mia se i calciatori non riposavano perché facevano nottate al personal computer. Non ero un collezionista, non ancora almeno, ma la maglia se potevo me la facevo regalare sempre, la chiedevo e me la regalavano di buon grado.

In quel periodo mi resi conto che tutti collezionavano tranne io che avevo una buona quantità di maglie indossate dai calciatori del Napoli e così decisi di capire questo mondo nuovo sul quale mi stavo affacciando.

Oltre alle maglie che già avevo ho avuto anche l’occasione di rilevare una corposa collezione alla quale nel corso del tempo ho cominciato ad aggiungere sempre di più i tasselli mancanti. Da quel punto è iniziato il mio viaggio nel collezionismo, viaggio che ancora continua ed emoziona come se fosse il primo giorno.

Approfitto della mia pagina web per ringraziare i tanti collezionisti che mi hanno aiutato nel tempo, in particolare Nino Mosca, Dino Alinei, Giuseppe Montanino, Renato Pavone, Ciro Cassaneti e Raffaele Piscitelli.

Tutte le maglie che possiedo occupano nel mio cuore un posto speciale, perché dietro ognuna di esse vi è una storia ma se proprio devo sceglierne una direi la Lazio-Napoli utilizzata il 14 ottobre 1984, 1-1- reti di D’Amico e Maradona. La maglia del Napoli in quella partita era gialla, colore utilizzato solo in due occasioni in trasferta a Roma contro la Lazio ed a Milano contro l’Internazionale. Di questi esemplari con la numero dieci, a mia conoscenza, ne esistono due, una in mio possesso e l’altra la possiede un Campione del Mondo 1982, Alessandro Altobelli con il quale abbiamo un ottimo rapporto ed è un grande vanto per me potermi confrontare ed interloquire frequentemente con lui.

Tante le belle esperienze vissute nel corso del tempo da collezionista, in particolare la partecipazione con le mie maglie al compleanno di Ruud Krol, 70 anni e la partecipazione allo spettacolo Tre volte dieci di Alessandro Siani dove sono stato in stretto contatto con il Dio del calcio Diego Armando Maradona, una giornata incredibile che mai, dico mai, potrò dimenticare. Nasceva però dentro di me la volontà di non tenere chiusa la mia collezione, di volerla condividere con altre persone, con il popolo, con i tifosi del Napoli.

Nell’ottobre del 2020 ho dato vita al Cammarota Antonio Museum, era il mio sogno realizzare un museo fruibile della maglia azzurra per alcuni motivi in particolare.

Nel mese di luglio del 2019 ho perso mio padre, colui che mi ha fatto diventare uomo, che mi ha indirizzato nel lavoro, che mi ha trasmesso l’amore per questi colori ed a questo motivo aggiungiamo anche il concetto che come collezionista non ho mai amato “chiudere” la mia collezione nei cassetti o dentro gli armadi. Inoltre la circostanza favorevole di un capannone improvvisamente libero nei pressi della mia attività ed a quel punto mi son detto che era arrivato il momento, si, il momento di creare il CAM, Cammarota Antonio Museum… dedicato a mio padre.

Il Cammarota Antonio Museum è visitabile, gratuitamente, tutti i giorni dal lunedì al venerdì ed anche la domenica escluso i mesi di luglio ed agosto. Per visitare il Museo bisogna prenotarsi sul portale www.museocam.it raggiungibile anche attraverso questo sito.

Un saluto a tutti

Francesco Cammarota